I bisex che non lo dicono fanno male


Alcuni sostengono che i bisessuali non esistono, specie se sono maschi: essi sarebbero solo persone indecise che non hanno il coraggio di diventare definitivamente omosessuali. 

Una spiegazione che non mi convince per nulla: non penso, infatti, si possa scegliere né di essere eterosessuale, né di essere omosessuali e neppure di essere bisessuali. Lo si è e basta (leggi Omosessuali si nasce, gay si diventa). 

I bisessuali (dopo essersi accettati come tali) possono, invece, scegliere (come i gay) se dichiararsi, oppure nascondere una parte di sé. Ovvero, possono scegliere di essere sinceri con chi sta loro accanto, oppure no. 

Altri dicono che tutti gli esseri umani sono bisessuali, pur non essendone consapevoli, e aggiungono che coloro che sono o eterosessuali oppure omosessuali in realtà soffocano un lato della loro sessualità. 

Ritengo sia possibile che vi sia una bisessualità più o meno marcata in ogni essere umano; così come ritengo evidente che chiunque possa scegliere di passare una notte con un partner sessuale di un genere piuttosto che del genere opposto. 

Ciò che, però, vorrei sottolineare è che coloro che si percepiscono come bisessuali hanno la netta consapevolezza di essere (sempre) attratti sia da un sesso, sia dal sesso opposto. Ovvero, hanno una identità bisessuale e non solo un comportamento bisex (leggi Identità e comportamenti). 

Ciò detto, mi pare di potere affermare che, almeno in Italia, i bisessuali non gradiscano essere visibili. Essi tendono a nascondere la loro identità anche a coloro che più amano e, spesso, conducono doppie vite che tengono nascoste ai/alle loro partner; e, ciò facendo, vivono un’esistenza molto più complicata di quanto essa non sia già per chiunque. 

Fermo restando che ognuno sceglie di impostare la propria vita come meglio crede, mi chiedo, però, che senso abbia nascondere la propria natura al/alla proprio/a partner. 

Forse si agisce in tal modo perché si ha paura di non essere (ri)amati per quello che in realtà si è veramente? Oppure si teme di non essere accettati affatto e, anzi, allontanati dalla persona che si ama? 

Se le ragioni del proprio comportamento stanno in una delle due domande, allora credo che esse non siano sufficienti a far vivere una vita a metà, ovvero un’esistenza in cui un lato della propria identità viene soffocato e/o vissuto di nascosto. Sono, infatti, convinto che non valga la pena di dimezzarsi per un’altra persona, anche se è la persona che si ama. 

Inoltre, ritengo che se si ama davvero una persona si debba essere sinceri e onesti nei suoi riguardi e si debba lasciarle scegliere se (ri)amarci oppure no. Ma deve, tale persona, essere in grado di poterci valutare per ciò che realmente siamo, altrimenti rischiamo che essa ami qualcuno che, nella realtà, non esiste. 

In altre parole, mi sento di consigliare ai bisessuali di essere onesti fino in fondo, soprattutto con chi si ama. 

Concludo dicendo che sono convinto che i bisessuali italiani dovrebbero rendersi visibili non solo alle persone che amano, ma anche a coloro che frequentano maggiormente, in quanto credo che il loro affermare che esistono (dandosi visibilità) potrebbe innescare un processo evolutivo nell’attardata società italiana.

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