Vivere di corsa e di nascosto

Con Di corsa, di nascosto edito da Guanda nel 2011 Francesco Botti offre al lettore otto racconti con finali a sorpresa, ovvero capaci di dare alla storia narrata una luce diversa sotto cui leggerla.
Non sempre il risultato è del tutto convincente, come, ad esempio, in Il maestro delle corde, nel quale, durante tutta l’azione narrata, l’Autore è riuscito a creare un’atmosfera carica di raffinata sensualità - che seduce il lettore e lo immerge in pratiche erotiche orientali inconsuete - che viene, in qualche modo, tradita proprio dal finale.
Altra cosa, invece, in La guardia del corpo, dove il finale sorprendente (forse il migliore del libro) impone al lettore una rilettura dell’intero racconto, in quanto esso ne dà un significato del tutto differente da quello percepito fino alle ultime righe.  
Al di là dei finali, gli otto racconti di Botti hanno tutti protagonisti degli uomini omosessuali. 
La loro omosessualità, in alcuni, non è il motore della storia, ma solo un dato di fatto, un dettaglio, come in Il sasso della fata e Non ci si crede, dove vengono narrati episodi non strettamente legati alla sfera sessuale.
In altri, viceversa, è proprio l’omosessualità dei protagonisti ad essere “indagata”, come, ad esempio, in Se Dio vuole, il racconto, forse, migliore di tutto il volume. In esso il giovane protagonista scopre le proprie pulsioni e, prima tenta di negarle e cambiarle e, poi, intraprende un cammino che lo porterà verso una quasi completa accettazione di sé.  
Un’omosessualità, quella descritta da Botti, in genere vissuta dai protagonisti di nascosto e che li porta a vivere i loro rapporti sessuali e affettivi di corsa e in modo non del tutto sereno. 
Essi, infatti, sentono forte lo stigma sociale con cui, in Italia, si condanna l’omosessualità, al punto che più di un protagonista delle storie di Botti finge pubblicamente di essere eterosessuale, pur di non essere oggetto di riprovazione da parte della famiglia e della cerchia allargata degli amici.
Pare esserci, da parte dei protagonisti, la convinzione che assai difficilmente in Italia gli omosessuali potranno godere degli stessi diritti civili degli eterosessuali, in quanto il Paese è in mano al Vaticano.
Un libro, quello di Botti, assai piacevole e capace, non solo di sorprendere il lettore, ma anche di farlo riflettere.
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Twitter: @daniloruocco
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