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Le vecchie zie si raccontano

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Ho intervistato Andrea Pini nel 2012 in occasione della presentazione pubblica del suo Quando eravamo froci al Teatro Donizetti di Bergamo. Non ricordo più la ragione per la quale, allora, non avevo anche pubblicato una recensione al saggio. Rimedio ora . ———— Quando eravamo froci di Andrea Pini edito da il Saggiatore è un saggio di cui si consiglia la lettura, sia perché racconta un mondo che non esiste più e sia perché lo fa in maniera davvero assai piacevole. La prima parte del volume è più strettamente saggistica e in essa Pini informa il lettore di oggi relativamente a come si viveva l’omosessualità negli Anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Di come essa veniva “rappresentata” sui giornali; quali erano i posti in cui “si incontrava”; con chi ci si appartava; quali le condanne e i tentativi di repressione messi in atto dai “tutori della pubblica morale”. La seconda parte del volume, invece, lascia la parola agli omosessuali che, negli Anni Cinquanta, avevano venti an...

Alessandro Zan tra pubblico e privato

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Figlio di un leghista ossessionato dalla politica e autoritario, Alessandro Zan (classe 1973) ha dovuto nascondere la sua omosessualità durante tutto il periodo dell’adolescenza, arrivando a fare coming out solo al suo rientro in Italia dalla Gran Bretagna. Un rientro che lo portò dritto dritto nella sede padovana dell’Arcigay e, in breve tempo, a diventarne Presidente. Un mandato, il suo, che si fece subito notare, in quanto il giovane Zan riuscì a portare a Padova il Pride nazionale che, per la prima volta, non si svolse in una grande città. Diventato consigliere comunale, Zan fece istituire il primo registro delle coppie di fatto. Si sono ricordati tali primi traguardi per sottolineare come il vissuto privato e quello politico di Alessandro Zan si sono intrecciati fin da subito dopo il suo coming out. Un intreccio che è diventato una costante e che ha portato Zan assai lontano dalla paura vissuta durante gli anni dell'adolescenza e a battersi per i diritti delle persone LGBT. E...

Se il DDL Zan fosse legge, oggi nelle scuole...

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Il DDL Zan è stato trasmesso al Senato della Repubblica il 4 novembre 2020 e, ad oggi, non è stato ancora portato in aula , perché a molti senatori delle Destre sembra far paura un disegno di legge che preveda “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”*. Se il DDL Zan fosse già legge , oggi che, a livello internazionale, ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia , nelle scuole si dovrebbe provvedere a organizzare “cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile” a “ promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché <a> contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”*. Sì, perché il DDL, all’art. 7, non solo prev...

Politici LGBT

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Nichi Vendola Ogni tanto vale la pena fare il punto della situazione semplicemente con una lista. Quella che segue elenca i politici italiani che hanno fatto coming out e hanno assunto cariche elettive a vari livelli (dal Ministro al Sindaco). Pare che di persone LGBT in politica ce ne siano (e ce ne siano state) molte altre, ma tali politici preferiscono (e hanno preferito) soprassedere e non rendere pubblico il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. La lista ci dice che le persone LGBT militano sia in partiti di sinistra, sia in quelli di destra e che il loro coming out pare non aver inciso negativamente sulla loro possibilità di vincere le elezioni. Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro Vincenzo Spadafora, Ministro Nichi Vendola, Presidente Regione Puglia, deputato Rosario Crocetta, Presidente Regione Sicilia Antonino Spirlì, Presidente (alla morte di Jole Santelli di cui era vice) della Regione Calabria Ivan Scalfarotto, sottosegretario Daniele Viotti, europarlamen...

L'Italia che non c'era e quella che ancora non c'è | La battaglia di Monica

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Monica Cirinnà , senatrice della Repubblica italiana, relatrice della Legge 76/2016 sulle Unioni civili che da lei prende il nome, ha scritto un libro, L’Italia che non c’era. Unioni civili: la dura battaglia per una legge storica edito da Fandango, nel quale ricorda (svelando anche alcuni retroscena) i passaggi e le manovre che è stato necessario attuare affinché la legge fosse approvata definitivamente. Si tratta di un “memoriale” scritto in prima persona che si legge come un romanzo e che va letto per farsi un’idea precisa di quanti scogli è stato necessario superare per poter estendere alcuni diritti anche alle coppie same sex . Le mie personali considerazioni sulla legge le ho espresse pubblicamente a ridosso della sua approvazione: un punto fermo da cui partire per arrivare presto al matrimonio egualitario e all'adozione del figlio non biologico. La pensa così anche Monica Cirinnà che, a chiusura del suo saggio, ricorda come  Davanti a noi abbiamo ancora...

Unioni Civili e Turismo GLBT

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Come è mutato il Turismo GLBT in Italia dopo l'approvazione della Legge sulle Unioni Civili ? Lo abbiamo chiesto alla giornalista Letizia Strambi e ad Alessio Virgili , ambasciatore per l'Italia della IGLTA (The International Gay & Lesbian Travel Association). Sulle Unioni Civili leggi anche: Dimmi di sì   Altro sul Turismo GLBT

Open Review: L'Italia non è uno Stato teocratico, ma laico

La Costituzione della Repubblica Italiana parla chiaro: Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. (Art. 7) Ciò significa che così come lo Stato italiano non può intervenire nelle scelte fatte all’interno del Vaticano, allo stesso modo il Vaticano non dovrebbe interferire con le scelte politiche e legislative fatte dal Parlamento italiano. Leggi il seguito

Piuttosto che dire un'ovvietà...

In Italia si sente spesso qualche esponente della comunità GLBT dichiarare che in questo o quel settore della vita civile ci sono persone GLBT. Dichiarazioni inutili per la loro ovvietà: è assolutamente lapalissiano che ci siano persone GLBT in tutti, ma proprio tutti, i settori della vita civile (o incivile), dalla magistratura allo sport, dalle forze dell’ordine alla criminalità organizzata, dal giornalismo alla politica... A chi servono tali ovvie dichiarazioni? • Alla comunità GLBT? No. Alla comunità GLBT non servono, in quanto tale comunità è assolutamente consapevole del fatto che i suoi esponenti si trovino e vivano in ogni dove. • Alla comunità eterosessuale? Forse. Forse gli eterosessuali hanno bisogno di sentirsi dire che le persone GLBT esistono. Ma, forse, serve a quegli eterosessuali che vivono in un mondo tutto loro... • Agli omofobi? No! Gli omofobi già vedono il “pericolo GLBT” ovunque! Loro sanno che le persone GLBT esistono ed è questo che li infa...

Dalla maschera al matrimonio. Storia della lesbica Paola Concia

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Si chiude il libro con gli occhi lucidi per la commozione: l’ultimo capitolo di La vera storia dei miei capelli bianchi di Paola Concia , scritto con Maria Teresa Meli , edito da Mondadori, è, infatti, davvero toccante, fatto com’è della descrizione della cerimonia (e del ricevimento) che ha unito in matrimonio Paola e Ricarda.  Cerimonia e ricevimento svoltisi in Germania, perché in Italia non è ancora possibile, per due persone omosessuali, sposarsi o regolare in altro modo la propria unione. Un diritto negato che ci allontana in modo siderale dal livello di civiltà raggiunto da gran parte dei paesi europei; così come da essi ci distanzia la mancanza di una legge contro l’omofobia e di una legislazione che regoli l’omogenitorialità, ossia la vita genitoriale delle persone GLBT. Tre leggi di cui l’onorevole Concia lamenta la mancanza nel suo libro e di cui (soprattutto di una) si è fatta promotrice di discussione nel Paese e in Parlamento (nota, infatti, la sua battaglia a f...

Storia del Movimento gay in Italia

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Il movimento gay in Italia di Gianni Rossi Barilli è uscito nel 1999 edito da Feltrinelli ed è un saggio di cui si consiglia la lettura a tutte le persone GLBT. In esso l’Autore, con puntualità e linguaggio scorrevole, ripercorre la storia del movimento gay italiano dalle sue origini (negli anni Settanta del Novecento) fino alla soglia del nuovo millennio, ossia, fino alla vigilia del World Pride di Roma del 2000. Non manca un ampio capitolo introduttivo in cui si ripercorre la vita degli omosessuali italiani dagli inizi del Novecento alla nascita del Fuori (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano) avvenuta a Torino nel 1971. Quella del movimento gay in Italia nel Novecento è una storia di uomini e donne che hanno, innanzitutto, fatto fatica a riconoscersi essi stessi come soggetti portatori di diritti e, quindi, a farsi riconoscere come tali anche dagli eterosessuali. Una storia che ha contato pochi progressi, qualche vittoria inaspettata e molte brusche frenate. ...

Quando eravamo froci

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Ieri nel Ridotto del Teatro Donizetti di Bergamo è stato presentato il saggio Quando eravamo froci di Andrea Pini edito da ilSaggiatore. Abbiamo intervistato l'Autore.

Panta Rei: Coppie invisibili e Famiglie di fatto

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo. _____________ Sono in aumento le convivenze “more uxorio”, “famiglie di fatto” a tutti gli effetti ma che, per lo Stato italiano, semplicemente “non esistono”, sono “invisibili”.  881mila le coppie di fatto in Italia (di cui oltre 100 mila unioni gay);  100 mila i figli che ogni anno nascono al di fuori del matrimonio (e 100 mila i bambini già cresciuti da coppie omosessuali);  2,5 milioni, nel complesso, i componenti delle nuove famiglia “non convenzionali” (dati Censis). Numeri che fanno impressione e che ci impongono molti interrogativi:  Che cos’è la “famiglia” oggi?  Ha senso continuare a parlare di “famiglia” nel senso tradizionale del termine o, piuttosto, bisognerebbe parlare di “famiglie”?  Ha senso far discendere dal solo vincolo matrimoniale una serie di diritti, benefici, tutele, “privilegi” preclusi a ogni altra forma di stabile convivenza?  Perché non offrire l’opportunità...

La monnezzaTV scopre i gay. Gay non andate in TV!

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La TV italiana - tranne rare e felici eccezioni - è trash (spazzatura), ovvero, produce trasmissioni che, per aumentare gli ascolti, inducono i partecipanti allo scontro, piuttosto che al confronto onesto, pacato e ragionato. Fino a pochi mesi fa i conduttori di tali trasmissioni (talk show, approfondimento...) andavano a colpo sicuro seguendo l’agenda politica: bastava prendere il tema del giorno, invitare politici appartenenti a schieramenti contrapposti e la trasmissione poteva andare in onda, certi che lo scontro ci sarebbe stato. Oggi, però, i politici hanno perso il loro appeal presso il grande e “grosso” pubblico e, quindi, i conduttori, a caccia di temi “caldi”, hanno “scoperto” l’omosessualità. Inutile dire che a molti di loro non sta a cuore il tema in sé, ma la possibilità che esso offre di generare scontro e conseguente aumento degli ascolti. Tali conduttori invitano, quindi, omosessuali e omofobi non perché vogliono che gli spettatori possano approfondire l’ar...

Intervista a Marco Coppola vittima di un pestaggio perché gay

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Giovanni Dall'Orto ha intervistato Marco Coppola , vittima di un pestaggio in una discoteca eterosessuale perché era abbracciato al suo compagno.

Solo vergogna per gli omofobi

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Il video che segue sta facendo il giro della Rete.  Mi ha colpito più che per l'invito rivolto all'omofobo a vergognarsi per quello che è, per la riflessione che viene prima: se sei omofobo non finisci all'inferno e neppure in prigione, ovvero nessuna condanna né dal Vaticano, né dallo Stato... Solo la vergogna è un po' poco... 

Modelli di maschi

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Maschi alfa, beta, omega di Maria Luisa Fagiani ed Elisabetta Ruspini edito da FrancoAngeli è un bel saggio che fotografa la situazione attuale della maschilità italiana ; e lo fa, in alcuni capitoli, da un punto di vista originale: ossia quello di utilizzare dei personaggi pubblici come modelli per descrivere i diversi modi di essere maschi. Si parte, manco a dirlo, dal maschio alfa , ossia dal maschio dominante, virile, sessista, eterosessuale ed omofobo e si termina con il maschio che, attraverso il coming out , dichiara pubblicamente il proprio rifiuto della normatività eterosessuale e sessista. Ai più tradizionalisti, forse, potrà suonare strana l’idea che possano esserci non uno, ma vari modelli di maschilità, e, perciò, nell’ Introduzione , le Autrici si affrettano a spiegare che “Pare ormai una necessità (...) preparare le nuove generazioni di uomini all’incontro con le ‘nuove’ donne ma anche con ‘altri’ modelli di mascolinità”, al fine di dare agli uomini un ampio s...

11 giugno 2011: Roma capitale europea dell'Orgoglio Gay

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Dal sito dell'Europride: Europride è il più grande evento internazionale GLBT, ospitato da una città europea diversa ogni anno. Il 2011 è l’anno di Roma . Sabato 11 giugno 2011 per le strade di Roma sfila la grande parata dell'EuroPride. La manifestazione sarà preceduta e seguita da tutto un ricco calendario di eventi culturali, artistici, di musica e spettacolo, di elaborazione politica e di sport. Roma è la città che ospita il Vaticano , centro di una delle religioni che più si mostrano ostili nei confronti dell' omosessualità, del riconoscimento di pari diritti per le coppie e le famiglie gay, dell'omogenitorialità, della prevenzione e della lotta dell'aids attraverso la diffusione dell'uso consapevole e informato del preservativo nei rapporti sessuali. Non solo. La legislazione italiana , anche a causa delle continue ingerenze vaticane, non riconosce alcun diritto alle persone GLBT, contribuendo in questo modo al consolidamento di pregiu...

Il diritto a firmare un contratto

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Ho già avuto modo di dire altrove che non credo che il matrimonio monogamico sia un tipo di unione valido per soddisfare le legittime esigenze affettive e sessuali di ognuno. Non lo è perché presuppone una fedeltà monogamica che, nella pratica quotidiana, è pressoché irrealizzabile, costringendo, il più delle volte, chi si unisce in un rapporto monogamico o a reprimere i propri desideri o a vivere in modo non lineare con la scelta fatta. Ciò non toglie che nel sistema legale e sociale attualmente vigente in Italia negare a un’ampia fetta di cittadini il diritto a unirsi in matrimonio sia semplicemente un atto antidemocratico e incivile. Lo è in quanto pone tale fetta di cittadini in uno stato di inferiorità legale e sociale nei confronti degli altri cittadini, negando loro la possibilità di esercitare un diritto. Li si tratta come fossero dei semi-cittadini; delle persone non in grado di rispettare un contratto.