Dalla maschera al matrimonio. Storia della lesbica Paola Concia


Si chiude il libro con gli occhi lucidi per la commozione: l’ultimo capitolo di La vera storia dei miei capelli bianchi di Paola Concia, scritto con Maria Teresa Meli, edito da Mondadori, è, infatti, davvero toccante, fatto com’è della descrizione della cerimonia (e del ricevimento) che ha unito in matrimonio Paola e Ricarda. 
Cerimonia e ricevimento svoltisi in Germania, perché in Italia non è ancora possibile, per due persone omosessuali, sposarsi o regolare in altro modo la propria unione. Un diritto negato che ci allontana in modo siderale dal livello di civiltà raggiunto da gran parte dei paesi europei; così come da essi ci distanzia la mancanza di una legge contro l’omofobia e di una legislazione che regoli l’omogenitorialità, ossia la vita genitoriale delle persone GLBT.
Tre leggi di cui l’onorevole Concia lamenta la mancanza nel suo libro e di cui (soprattutto di una) si è fatta promotrice di discussione nel Paese e in Parlamento (nota, infatti, la sua battaglia a favore di una legge contro i crimini di omofobia, di cui, ella stessa, assieme a Riccarda, è stata vittima a Roma).
Tre leggi che darebbero uguali diritti a tutti i cittadini italiani che, ricorda l’Autrice, non vengono emanate perché osteggiate dal Vaticano. E quanto i politici italiani siano succubi di uno stato straniero (quale, appunto è il Vaticano) lo ricorda in più punti la stessa Concia che non esita a giudicare pavida anche la politica della sinistra italiana, quella in cui l’onorevole milita fin dalla giovinezza.
Politici, quelli italiani, che spesso e volentieri si sentono in diritto di abbandonarsi a dichiarazioni e comportamenti palesemente omofobi, anche quando, in segreto, chi li compie è omosessuale. Una situazione che la Concia denuncia nel suo libro, senza però arrivare all’outing (ovvero alla denuncia di quei parlamentari che in pubblico sono omofobi e in privato vivono, forse malamente, la loro omosessualità). Una scelta, quella di non fare outing di cui, forse, la Concia non è pienamente convinta se è vero che nel suo libro ella fa notare come la clamorosa azione di outing fatta in Germania dal regista Rosa von Praunheim abbia giovato a tale paese al punto da innescare il processo che ha portato la Germania a riconoscere il diritto agli omosessuali a regolarizzare le loro unioni.
Ma forse la scelta dell’onorevole Concia di non attuare forme di outing si deve al suo vissuto personale, specie quello degli anni giovanili.
Una giovinezza, quella di Paola, piena di tormenti, malesseri e ansie dovute tutte al fatto di non accettarsi come omosessuale. Il suo negare la propria natura l’aveva portata ad assumere una maschera, con la quale lasciava intendere agli altri di essere eterosessuale. Un meccanismo che di menzogna in menzogna e/o di verità non dette fino in fondo, l’ha portata a scelte di vita che hanno causato dolore non solo a lei, ma anche agli altri, come quando decise di sposarsi con un uomo.
La psicoanalisi e la frequentazione con donne vicine al femminismo e al movimento GLBT, hanno favorito in Paola non solo la presa d’atto e l’accettazione della propria omosessualità, ma anche la decisione di rendersi visibile come lesbica grazie al coming out, avvenuto nel 2001, alla soglia dei quarant’anni.
Passaggi che la Concia descrive assai bene nel suo libro, usando un linguaggio diretto e schietto, tipico di chi sta confidandosi con un’amica. 
Confidenze, quelle della Concia, che, spesso, dal dato personale trascendono fino alla situazione generale. Infatti, per sua stessa ammissione, l’obiettivo che il libro vorrebbe raggiungere non è tanto la ricostruzione biografica di una parlamentare omosessuale, quanto quella di una persona che prima nega (anche a se stessa) di essere omosessuale, poi si accetta come tale e, infine, corona il proprio sogno d’amore sposandosi. Il tutto a vantaggio di quei ragazzini e di quelle ragazzine italiani/e che, a tutt’oggi, vivono una condizione di forte disagio a causa di una società che non fa nulla per accoglierli e non li protegge dalla violenza omofobica.
Un libro che si legge tutto d’un fiato e la cui lettura si consiglia caldamente.

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