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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Vestire la diversità durante un Gay Pride

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Capita spesso di sentirsi ripetere, a proposito del Gay Pride, che non si ha nulla contro il fatto che la comunità GLBT possa manifestare per i propri diritti, ma che ogni partecipante dovrebbe comportarsi sobriamente, senza esibire la propria diversità. Una posizione singolare, frutto di un’omofobia ben radicata, per la quale la diversità è generatrice di scandalo e, pertanto, la sua manifestazione pubblica equivale a una sconcia esibizione. Il Gay Pride è una parata (in effetti la denominazione esatta sarebbe proprio “Gay Pride Parade”), ossia, una marcia durande la quale si manifesta “l’orgoglio gay”. Si marcia pubblicamente per ripetere che non ci si vergogna di essere una persona GLBT in quanto non c’è nulla di vergognoso, scandaloso, sbagliato, innaturale, pericoloso... nell’esserlo. Contemporaneamente, manifestando, si reclamano per le persone GLBT quei diritti che sono loro negati proprio in quanto persone GLBT. Ovviamente, come per qualsiasi marcia di protesta, anch

Minimo in tre parte seconda

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The dreamers di Bernardo Bertolucci Ti consiglio di leggere: Minimo in tre ______ Sono sempre più convinto che ci sia bisogno di riformare il contratto matrimoniale . Trovo troppo restrittivo il fatto che tale contratto debba regolare la vita di solo due persone, perché continuo a essere convinto che costringere qualcuno a scegliere di amare una sola persona per volta sia sbagliato. Nella vita reale generalmente la monogamia non è praticata. Eppure si continua legalmente a tutelare le unioni monogamiche, mentre si lasciano fuori dal matrimonio le unioni non-monogamiche. Nel sistema sociale italiano attuale, invece, una forma di tutela dei rapporti resta essenziale.

Il diritto a firmare un contratto

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Ho già avuto modo di dire altrove che non credo che il matrimonio monogamico sia un tipo di unione valido per soddisfare le legittime esigenze affettive e sessuali di ognuno. Non lo è perché presuppone una fedeltà monogamica che, nella pratica quotidiana, è pressoché irrealizzabile, costringendo, il più delle volte, chi si unisce in un rapporto monogamico o a reprimere i propri desideri o a vivere in modo non lineare con la scelta fatta. Ciò non toglie che nel sistema legale e sociale attualmente vigente in Italia negare a un’ampia fetta di cittadini il diritto a unirsi in matrimonio sia semplicemente un atto antidemocratico e incivile. Lo è in quanto pone tale fetta di cittadini in uno stato di inferiorità legale e sociale nei confronti degli altri cittadini, negando loro la possibilità di esercitare un diritto. Li si tratta come fossero dei semi-cittadini; delle persone non in grado di rispettare un contratto.

L’estetica e l’etica gay di Pasolini

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Pasolini in salsa piccante di Marco Belpoliti riunisce in volume alcuni scritti nei quali il saggista legge (soprattutto ma non solo) le ultime opere di Pier Paolo Pasolini alla luce della di lui omosessualità. È opinione del saggista, infatti, che l’omosessualità di Pasolini sia stata dai critici, in qualche modo, rimossa e che la di lui opera sia stata letta (e continui ad essere letta) in modo distorto, proprio perché non si tiene in giusto conto l’estetica e l’etica omosessuale di Pasolini. Ecco allora, per portare un esempio, che il noto articolo di Pasolini sui capelli lunghi dei ragazzi per Belpoliti deve essere letto soprattutto alla luce dell’omosessualità del poeta corsaro: in tal modo, la parte politica dello scritto, finora messa in luce dai critici, passa in secondo piano ed emerge quella estetica. I ragazzi coi capelli lunghi, semplicemente, sono brutti, indipendentemente da cosa il capello tenuto lungo voglia comunicare. “Al centro dell’attenzion

Non ci si sposa per ottenere voti in più

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Sta facendo discutere l’intervista che Nichi Vendola ha rilasciato a Raffaele Panizza di “Max” (il numero è ora in edicola). Fa parlare soprattutto tale domanda (e relativa risposta): Arcigay vorrebbe da te un gesto forte. Perché non sposi il tuo compagno? Per me è già una violenza questo ingresso nella mia vita privata. Non ho mai parlato della mia intimità, e non intendo farlo. Partendo dalla risposta, alcuni hanno detto che Vendola non è il leader nel quale i gay di sinistra possano sperare per vedersi riconoscere certi diritti, primo fra tutti il diritto al matrimonio. Va però precisato che Vendola, in tale risposta, non ha affatto dichiarato che i gay non debbano sposarsi, né ha dichiarato che lui stesso non abbia intenzione di sposarsi. Ha semplicemente detto che vive come una violenza il fatto che qualcuno possa chiedergli di sposarsi. E come dargli torto? Il matrimonio non è un passo da compiere per dare segnali politici, né per fare atti dimostrativi.  Il matrimoni