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Matteo B. Bianchi, Tondelli e la letteratura omosessuale | Intervista del 2002

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Ho intervistato Matteo B. Bianchi il 2.9.2002 per un sito dedicato a Pier Vittorio Tondelli che oggi non è più online (forse da molti anni). L’intervista si svolse nei giardini di via Palestro a Milano (proprio da quel 2002 intitolati a Indro Montanelli) e durante l’incontro ho scattato a Matteo B. Bianchi la foto che pubblico qui. Durante l’intervista, oltre che di Tondelli, abbiamo parlato anche di un paio di libri dello stesso Bianchi e della letteratura omosessuale . Ripropongo qui l’intervista così come l’ho trascritta, non essendo minimamente in grado di stabilire se era andata online integralmente o meno. ____________________ Intervista a Matteo B. Bianchi del 2/9/02 Di Danilo Ruocco - Quando si parla di Tondelli che cosa ti viene in mente? - Tante cose, a iniziare dai ricordi personali: ho avuto la fortuna di conoscere Pier in un momento importante per me, perché da poco avevo iniziato a dedicarmi con serietà alla scrittura e Tondelli era l’unica figura letteraria di riferim

L'amore in mezzo all'odio

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Il giovane Mungo di Douglas Stuart edito in Italia da Mondadori è un romanzo di rara bellezza. Ambientato a Glasgow, la vicenda si snoda tra il gennaio e il maggio di un anno imprecisato ( forse si tratta del 1992 ). Un periodo di grande disagio economico per la Scozia, sprofondata nella miseria a causa delle “riforme” volute da Margaret Thatcher. Una città, Glasgow, dilaniata, nei suoi quartieri più degradati, oltre che dalla povertà, anche dalla violenza causata dall’odio tra cattolici e protestanti. Un odio che pare entrare come un virus nei corpi dei giovani maschi, per non uscirne mai più. Essi formano bande rivali che combattono senza esclusioni di colpi. E ogni scontro, genera altro odio, motivato dalla volontà di vendetta e dall’inseguimento di un distorto senso dell’onore che vuole che si è veri uomini se non si retrocede di fronte a nulla. In mezzo a tutto questo odio che - come una magmatica, quanto impalpabile, bolla - non fa che gonfiarsi di giorno in giorno, c’è l’incon

Famiglia queer e GPA in Dare la vita della Murgia

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Uscito postumo, Dare la vita di Michela Murgia edito da Mondadori è un saggio lucidissimo che, sostanzialmente - partendo da dati biografici - affronta due questioni di interesse generale: la definizione di “famiglia” e la liceità del ricorso alla gestazione per altri. Per quanto attiene alla definizione di “famiglia” , la Murgia fa notare che, ancora oggi - soprattutto in un Paese come l’Italia dove forte è il patriarcato - essa è concepita come un legame tra consanguinei. In altre parole, senza un legame di sangue non ci sarebbe “famiglia”. Un tipo di famiglia, patriarcale e di matrice ottocentesca, che porta con sé obblighi di appartenenza al “nucleo” e rispetto per i “tradizionali” ruoli di genere. La Murgia combatte questa visione limitante di famiglia e rivendica, invece, la possibilità di formare una famiglia “queer” ; ossia una famiglia non di (soli) consanguinei, ma formata da persone che si sono scelte e che rifiutano i “tradizionali” ruoli di genere e l'appartenenza co

Achille e Patroclo da Omero alla Miller

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Achille e Patroclo. Insieme per sempre di Andrea Baserga è un bel saggio edito da Corriere della Sera nel quale si ricostruisce la relazione tra i due mitici eroi greci. Il saggista inizia la sua indagine da dove tutto è cominciato: l’ Iliade di Omero e la prosegue fino ai giorni nostri, concludendola con La canzone di Achille di Madeline Miller .  E se nel poema omerico la natura della relazione tra Achille e Patroclo resta volutamente ambigua, tanto che non è possibile dire con certezza se per l’aedo i due eroi erano solo amici o anche amanti, per la Miller non riconoscere la natura amorosa di quel rapporto è sintomo di omofobia. Vero è che, per Omero, morto Patroclo, Achille dichiara che «l’amato compagno» gli era più caro della sua stessa vita e chiede che - una volta deceduto - le sue ceneri vengano conservate assieme a quelle di Patroclo. Una scelta, quella di Achille, che renderà eterno il loro rapporto e che lo  farà stare assieme a Patroclo anche nell’Ade. Patroclo che, per

Di notte si può anche dire la verità

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Di notte si può anche dire la verità e non solo agli altri, ma anche a se stessi. È quanto emerge da La notte mento , bel romanzo di Philippe Besson edito in Italia da Guanda. Il libro narra dell'incontro di alcuni sconosciuti che viaggiano su un Intercity notturno che attraversa la Francia da nord a sud. Estranei costretti a condividere per lunghe ore spazi angusti e che, complice la situazione e il buio della notte, finiscono per raccontarsi gli uni con gli altri. Sono confessioni “senza rete”: in fondo è più semplice dire di sé a gente che mai si è vista prima e che, presumibilmente, mai si vedrà dopo, piuttosto che aprirsi con persone che ci conoscono bene (o pensano di conoscerci bene) e che, per questo, si sentono autorizzate a giudicare quanto detto e a dare consigli (spesso non richiesti). Confessioni, quelle notturne dei viaggiatori, che possono lasciare l’interlocutore interdetto o che possono, anche, portare a una inaspettata complicità. Racconti - a ogni modo - liberat

Civiltà e Diritti

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Guarda a come vengono trattate le minoranze per valutare il livello di civiltà di un popolo!

Non binary e transgender non sono sinonimi

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Negli ultimi tempi si sente parlare spesso di persone non binary ( non binarie ) e, a volte, si può avere la sensazione che chi usa l’espressione non binario lo faccia pensando che essa sia un sinonimo di transgender e che le due situazioni possano essere sovrapponibili. In realtà, se si usano due espressioni differenti è perché le situazioni che esse descrivono sono differenti tra loro. Ci si spiega meglio per punti. Il binarismo Come si legge nel Glossario in coda a Il libro delle Storia LGBTQ+ (edito da Gribaudo), il binarismo è la «Classificazione in due categorie distinte e opposte» e, «nel caso del genere , nelle due categorie maschio e femmina.». Ne segue, quindi, che chi si attiene alla classificazione binaria, riconosce e accetta l’esistenza di due generi distinti e separati, quello, appunto, maschile e quello femminile. Un tempo, tale classificazione portava anche all’accettazione incondizionata dei ruoli di genere .  Oggi, grazie al lavoro svolto soprattutto dalle femmin