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Di notte si può anche dire la verità

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Di notte si può anche dire la verità e non solo agli altri, ma anche a se stessi. È quanto emerge da La notte mento , bel romanzo di Philippe Besson edito in Italia da Guanda. Il libro narra dell'incontro di alcuni sconosciuti che viaggiano su un Intercity notturno che attraversa la Francia da nord a sud. Estranei costretti a condividere per lunghe ore spazi angusti e che, complice la situazione e il buio della notte, finiscono per raccontarsi gli uni con gli altri. Sono confessioni “senza rete”: in fondo è più semplice dire di sé a gente che mai si è vista prima e che, presumibilmente, mai si vedrà dopo, piuttosto che aprirsi con persone che ci conoscono bene (o pensano di conoscerci bene) e che, per questo, si sentono autorizzate a giudicare quanto detto e a dare consigli (spesso non richiesti). Confessioni, quelle notturne dei viaggiatori, che possono lasciare l’interlocutore interdetto o che possono, anche, portare a una inaspettata complicità. Racconti - a ogni modo - liberat

Civiltà e Diritti

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Guarda a come vengono trattate le minoranze per valutare il livello di civiltà di un popolo!

Non binary e transgender non sono sinonimi

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Negli ultimi tempi si sente parlare spesso di persone non binary ( non binarie ) e, a volte, si può avere la sensazione che chi usa l’espressione non binario lo faccia pensando che essa sia un sinonimo di transgender e che le due situazioni possano essere sovrapponibili. In realtà, se si usano due espressioni differenti è perché le situazioni che esse descrivono sono differenti tra loro. Ci si spiega meglio per punti. Il binarismo Come si legge nel Glossario in coda a Il libro delle Storia LGBTQ+ (edito da Gribaudo), il binarismo è la «Classificazione in due categorie distinte e opposte» e, «nel caso del genere , nelle due categorie maschio e femmina.». Ne segue, quindi, che chi si attiene alla classificazione binaria, riconosce e accetta l’esistenza di due generi distinti e separati, quello, appunto, maschile e quello femminile. Un tempo, tale classificazione portava anche all’accettazione incondizionata dei ruoli di genere .  Oggi, grazie al lavoro svolto soprattutto dalle femmin

L'amore di un padre | Nata per te

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Nata per te di Fabio Mollo è un bellissimo film sull’amore paterno. Al centro della pellicola la storia vera di Luca Trapanese , single e gay, che decide di chiedere in affido una bambina down. La sua richiesta, più che contro le leggi italiane - che prevedono l’affido di minori alle persone single - deve fare i conti con i pregiudizi: Trapanese, infatti, non nasconde la sua omosessualità e, piuttosto che dare in affido la bambina a lui, si preferisce lasciare che la piccola rimanga in ospedale, sperando che una coppia formata da un uomo e una donna chieda di potersene occupare. Esasperato dai continui rinvii e compresa la situazione, Luca decide di affidare il suo caso all’avvocata Teresa Ranieri, madre di due gemelli e convinta sostenitrice dei diritti delle persone LGBT. L’incontro tra i due è la svolta: prima a Luca viene concesso un affido temporaneo di un mese e, in seguito, riesce ad adottare Alba. La pellicola mostra in modo trasparente l’amore paterno di Luca nei confronti d

Religione e Politica

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  Vedi anche: Sistemi di oppressione  

Il coming out non è una dichiarazione di disponibilità sessuale

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A differenza di quanto possano pensare alcuni etero, il coming out non è una dichiarazione di disponibilità sessuale, ma un’affermazione identitaria : sono una persona LGBT e non mi nascondo, perché sono sereno con me stesso. Comunicare a qualcuno di essere una persona LGBT, dunque, non significa affatto aprire le porte della camera da letto al proprio interlocutore! Eppure, succede ancora oggi di assistere a reazioni davvero imbarazzanti:  si va dagli etero che si affrettano a specificare che loro sono normali e, quindi, non ci stanno ; a quelli che, invece, ci provano senza ritegno, restandoci male di fronte a un netto rifiuto. Entrambe le reazioni, però, lasciano l’amaro in bocca in chi ha appena fatto coming out, in quanto presuppongono che certi (molti?) etero giudicano le persone LGBT facili ; o, meglio, sempre pronte a farlo con chiunque. Anche a causa di tale implicito giudizio alquanto svilente, molte persone LGBT preferiscono non dichiararsi affatto.

Sistemi di oppressione

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