La monnezzaTV scopre i gay. Gay non andate in TV!



La TV italiana - tranne rare e felici eccezioni - è trash (spazzatura), ovvero, produce trasmissioni che, per aumentare gli ascolti, inducono i partecipanti allo scontro, piuttosto che al confronto onesto, pacato e ragionato.
Fino a pochi mesi fa i conduttori di tali trasmissioni (talk show, approfondimento...) andavano a colpo sicuro seguendo l’agenda politica: bastava prendere il tema del giorno, invitare politici appartenenti a schieramenti contrapposti e la trasmissione poteva andare in onda, certi che lo scontro ci sarebbe stato.
Oggi, però, i politici hanno perso il loro appeal presso il grande e “grosso” pubblico e, quindi, i conduttori, a caccia di temi “caldi”, hanno “scoperto” l’omosessualità.
Inutile dire che a molti di loro non sta a cuore il tema in sé, ma la possibilità che esso offre di generare scontro e conseguente aumento degli ascolti.
Tali conduttori invitano, quindi, omosessuali e omofobi non perché vogliono che gli spettatori possano approfondire l’argomento dei diritti mancati, delle identità non riconosciute, della vita sessuale e affettiva negata, ma con la speranza (neppure segreta) di poter offrire al loro pubblico un litigio all’ultimo insulto.
Omosessuali e omofobi al pari di novelli gladiatori calati nell’arena TV. Un’arena in cui le persone GLBT sono destinate a perdere e non perché portatrici di istanze perdenti, bensì perché le persone GLBT, al contrario delle persone affette da omofobia, sono generalmente persone abituate a rispettare la diversità; ad ascoltare; a ragionare e dialogare. Il rispetto delle differenze, è ovvio, porta con sé la rinuncia allo scontro sterile e fine a se stesso che, però, è l’unica reale ragione  per cui i gladiatori sono calati nell’arena!
Per contro, le persone affette da omofobia sono, in genere, persone ottuse, aggressive e violente a causa, spesso, di vissuti mal digeriti e, nell’arena, fanno la figura dei vincitori, di coloro che difendono i “valori tradizionali” in quanto urlano scemenze e banalità che fanno presa sulle fragili emotività degli spettatori televisivi.
A tali urlati comizietti è difficile rispondere con dati oggettivi e scientifici. La monnezzaTV non facilita, né accoglie, la riflessione, ma incita alla lotta. La monnezzaTV non cerca la verità, ma insegue gli ascolti.
Inutile e dannosa, quindi, la presenza di persone GLBT in tali trasmissioni. Inutile perché non fa aumentare il dibattito di un solo centimetro; dannosa perché rischia di far passare l’idea che le persone GLBT sono solo carne da macello (in TV e fuori dalla TV), non in grado di difendersi.
Per parlare alle coscienze, alle menti delle persone che vogliono capire, ci sono altri canali di comunicazione. Si usino per il bene comune, soffocando la voglia di protagonismo e visibilità di certi esponenti del mondo GLBT.

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