Di notte si può anche dire la verità e non solo agli altri, ma anche a se stessi. È quanto emerge da La notte mento , bel romanzo di Philippe Besson edito in Italia da Guanda. Il libro narra dell'incontro di alcuni sconosciuti che viaggiano su un Intercity notturno che attraversa la Francia da nord a sud. Estranei costretti a condividere per lunghe ore spazi angusti e che, complice la situazione e il buio della notte, finiscono per raccontarsi gli uni con gli altri. Sono confessioni “senza rete”: in fondo è più semplice dire di sé a gente che mai si è vista prima e che, presumibilmente, mai si vedrà dopo, piuttosto che aprirsi con persone che ci conoscono bene (o pensano di conoscerci bene) e che, per questo, si sentono autorizzate a giudicare quanto detto e a dare consigli (spesso non richiesti). Confessioni, quelle notturne dei viaggiatori, che possono lasciare l’interlocutore interdetto o che possono, anche, portare a una inaspettata complicità. Racconti - a ogni modo - liberat
Mi aspettavo qualche "giustificazione" un po' più forte, a dire il vero. Il fatto che i cittadini debbano conoscere la vita privata dei propri rappresentanti mi pare venato da un po' di populismo: i rappresentanti rappresentano idee, opinioni, opzioni di scelta e interessi, non stili di vita.
RispondiEliminaL'outing secondo me è una pratica politica inaccettabile per una serie di ragioni. Cito solo quelle che mi paiono più importanti.
E' inefficace: dimostrata l'ipocrisia di chi governa, cosa cambia? Il "nemico" non è rappresentato certo dalla singola persona, ma da idee che non vengono intaccate dall'outing.
E' dannoso: utilizza l'omosessualità come elemento squalificante le persone, nega la libertà di definire la propria sessualità nei modi da ciascuno preferiti (anche se a volte apparentemente paradossali), riduce l'omofobia e l'anti-omofobia al confronto tra due fazioni definite sulla base dell'orientamento sessuale e non del rispetto del diritto.
E' soprattutto violento: colpisce le persone in una sfera che dovrebbe essere sempre estranea al confronto pubblico e colpisce anche persone innocenti (coniugi, figli, ecc...).
@Pier: le nostre sono davvero posizioni distanti. Io, ad esempio, non credo affatto che le idee vivano di vita propria, ma credo, invece, che esse prendano la loro linfa vitale e il loro valore dalla credibilità di chi le sostiene. Togli credibilità agli omofobi ripugnanti (quelli che sono segretamente omosessuali) e avrai tolto credibilità anche alle loro idee.
RispondiEliminaSolo un omofobo può ritenersi squalificato in quanto omosessuale... L'outing mostra quanto certe persone possano essere ipocrite. Non credo che questo non serva a nulla. Personalmente rido quando un politico che so essere un puttaniere parla dei sacri valori della famiglia cattolicamente intesa. Rido perché tale persona, ai miei occhi non ha più alcuna credibilità.
Infine, ritengo davvero paradossale che la verità possa essere considerata un atto violento! Semmai è la menzogna a essere una violenza!