Mentire a se stessi

Tennessee Williams
La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams (1911 - 1983) è un capolavoro che merita di essere letto con attenzione.
Scritto nel 1955, non ha perso mordente e capacità di coinvolgimento.
Tutta l’azione si svolge nella camera da letto di Brick e Margaret, giovane coppia profondamente in crisi, il giorno del sessantacinquesimo compleanno del padre di Brick.
A mettere in crisi la relazione tra i due coniugi è Brick stesso che, dopo la prematura scomparsa del suo intimo amico e compagno di squadra Skipper, ha iniziato a bere pesante e a rifiutarsi di andare a letto con la moglie. 
I due coniugi sono perfettamente a conoscenza della situazione e se la rinfacciano senza peli sulla lingua e falsi pudori: lei, soprattutto, fa presente che si sente sola e non sopporta più l’astinenza sessuale cui il marito la costringe, tanto che la tensione in cui vive l’ha trasformata in una gatta su un tetto che scotta.
Brick, però, la ritiene responsabile della morte del suo amico e non ha intenzione di cedere alle richieste della moglie, ma tenta di annebbiare la mente bevendo.
Secondo la versione di Brick, Skipper, infatti, sarebbe morto dopo aver fallito un approccio sessuale con Margaret atto a dimostrarle che l’amicizia tra lui e Brick stesso altro non era che “semplice” amicizia e non amore.
Brick, quindi, accusa la moglie di aver sporcato, con basse insinuazioni, il sentimento purissimo che lo legava a Skipper.
Ma al sentimento purissimo sembra credere solo Brick: suo fratello, la moglie di lui e perfino suo padre la pensano diversamente e sono convinti che tra Brick e Skipper ci fosse, in realtà, una vera e propria storia d’amore omosessuale.

Ciò che stupisce, in un testo del 1955, è la reazione del padre di Brick di fronte alla possibile omosessualità del figlio prediletto. Infatti, il padre, lungi dal lasciarsi andare a reazioni omofobe scomposte e violente, dice al figlio che non si scandalizzerebbe affatto se egli si dichiarasse omosessuale, in quanto, essendo cresciuto e vissuto tutta la vita in mezzo alla natura, sa cosa sia la tolleranza. 
Inoltre, gli ricorda che loro vivono nella tenuta agricola di quella che era stata una affiatata coppia omosessuale.
Infine, sentiti i fatti relativi alla dinamica della morte di Skipper, il padre - con molto realismo - rinfaccia al figlio di non aver avuto il coraggio di affrontare la verità quando Skipper gliel’ha confessata al telefono: «Tu hai scavato la fossa al tuo migliore amico e ce l’hai spinto dentro, per non affrontare la verità insieme con lui!».
Poco dopo, Brick ammetterà di non aver mentito ad alcuno, ma solo a se stesso...
E che Brick mentisse a proposito dei sentimenti che provava nei confronti di Skipper lo si capisce durante il Primo Atto, quando sua moglie gli ricorda che, durante i loro rapporti sessuali, lui restava indifferente, senza alcun desiderio…
Rapporti, infine, che non hanno dato frutti: i due, infatti, non hanno bambini…

Un testo che - si ripete - per essere stato scritto a metà degli Anni Cinquanta del Novecento, è assai audace, in quanto, non solo la tematica omosessuale è ben chiara, e non soltanto allusa di straforo; non solo essa investe il protagonista maschile della pièce e non un personaggio secondario; ma nel testo l’omosessualità non è ferocemente stigmatizzata. 
L’omofobia che si respira nel testo è, soprattutto, omofobia interiorizzata: Brick e Skipper non accettano l’idea di poter essere anche degli innamorati, oltre che amici e compagni di squadra, perché la loro “verità” è disapprovata dall’ambiente nel quale lavorano: quello dello sport, non ancora pronto a includere le persone omosessuali.
Attualità di Tennessee Williams, vien voglia di commentare…

Dal testo, nel 1958, è stato tratto il celebre film di Richard Brooks con Paul Newman ed Elizabeth Taylor.

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