Gay Berlin

Gli appassionati di Storia del movimento omosessuale non potranno non leggere Gay Berlin di Robert Beachy edito in Italia da Bompiani.
Si tratta di un gran bel saggio che ricostruisce dettagliatamente la nascita, lo sviluppo e la disgregazione (causata dall’ascesa del nazismo) di quella che fu la prima comunità omosessuale della storia moderna: quella berlinese.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento Berlino fu una vera e propria capitale mondiale dell’omosessualità (tanto da essere definita, dai detrattori, una novella Sodoma). 
Una città ricca di locali di intrattenimento per persone omosessuali; di editoria di settore; di attivisti a favore della riforma della legislazione corrente che, con il famigerato Paragrafo 175, sanzionava i rapporti sessuali tra adulti omosessuali consenzienti; di turisti sessuali provenienti da vari paesi del mondo (soprattutto Gran Bretagna e Stati Uniti) e di giovani e meno giovani disposti a vendere il proprio corpo a persone omosessuali.

Il saggio di Beachy, nella versione originale, ha un sottotitolo eloquente che ben spiega il lavoro svolto dal ricercatore: Birthplace of a Modern Identity, infatti, mette l’accento sul fatto che Berlino fu la città nella quale le persone omosessuali sentirono distintamente, per la prima volta, sia di poter dar vita a una comunità omosessuale, sia, soprattutto di essere delle persone con una precisa identità. Di essere, in altre parole, degli omosessuali e non degli eterossessuali corrotti dal vizio.
Fino ad allora, infatti, le persone omosessuali erano considerate dei pederasti viziosi, ossia degli eterosessuali che, consumati dai vizi, affogavano nella sodomia tra uomini.
A Berlino, invece, si sviluppò una corrente di pensiero che sostenne, grazie anche a una copiosa serie di studi scientifici, che l’omosessualità era un orientamento sessuale innato, non era contagiosa, né, soprattutto, causata da un eccesso di vizi. Ingiusto, quindi, punire le persone omosessuali criminalizzando i loro rapporti sessuali.

Beachy, tra l’altro, ha ricostruito le dinamiche interne al movimento omosessuale berlinese: i tentativi; le conquiste; gli scontri e i fallimenti. 
Ha dato ampio spazio a quelli che furono gli attivisti più in vista del movimento (Karl Heinrich Ulrichs; Magnus Hirschfeld; Adolf Brand; Hans Blüher; Benedict Friedlaender; Friedrich Radszuweit…), evidenziandone le differenze di pensiero e di azione.
Ha ricostruito gli scandali più noti: quello che coinvolse l’industriale Friedrich Alfred Krupp e, soprattutto, quello che vide protagonista il principe Filippo Eulenburg-Hertefeld.
Ha esaminato la politica messa in atto dalla polizia per controllare gli omosessuali e ha ricostruito gli ambienti nei quali si muovevano coloro che si prostituivano.
Non ha mancato, infine, di dare voce ai turisti sessuali, primi tra tutti gli scrittori, tra i quali i più noti furono, senza ombra di dubbio, Wystam Hugh Auden e Christopher Isherwood, berlinesi d’adozione.

Il tutto con un linguaggio semplice e accessibile e con una prosa lontanissima da quella stantia di certa saggistica, tanto che la lettura del corposo volume è piacevole, oltre che decisamente istruittiva. 

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