Ecco chi dovrebbe leggere Mario Mieli

Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli torna in libreria edito da Feltrinelli.
La prima edizione era uscita nel 1977 da Einaudi e la seconda, ampliata, da Feltrinelli nel 2002.
Quarant'anni per un libro “militante” sono tanti e anche il “manifesto” di Mieli risente del passare del tempo, anche se possiede ancora una notevole carica rivoluzionaria.

Legato com’è al clima degli Anni Settanta e a quanto veniva elaborato all’interno dei collettivi di autocoscienza molto in voga a quei tempi, il libro, oggi, può addirittura apparire, in certe sue parti, un po’ ingenuo, oltre che assurdamente utopistico.
La lettura di alcune parti, poi, può risultare difficile e faticosa a quanti non padroneggiano certi linguaggi e gerghi, come il linguaggio psicoanalitico o i gerghi in uso negli ambienti omosessuali o in quelli della lotta comunista degli Anni Settanta.

Ma, nonostante quanto ora detto, la lettura del saggio di Mieli va affrontata.
E non solo se si è un/una giovane gender-fluid e pansessuale per scoprire in Mieli un/a padre/madre della teoria queer (Mieli, probabilmente, oggi si definirebbe “queer”), ma anche e soprattutto se si è un gay o una lesbica “vecchio stampo”: uno/a di quelli/e, ad esempio, che pensano che o si è gay e lesbiche al 100% o si è “confusi”.
A tali gay e lesbiche “vecchia maniera” la lettura di Mieli potrebbe essere utile per comprendere come la loro visione dell’essere umano sia, tutto sommato, limitata e, a tratti, addirittura ridicola, in quanto frutto di una serie di negazioni che non hanno ragione di esistere.
Infatti, la sessualità è una bizzarra esplosione di desideri e non il risultato esatto di un’operazione matematica. 
Esplosione di desideri che incontrano altri desideri.
Desideri che mutano (anche drasticamente) nel corso del tempo (e anche in tempi assai rapidi).
Ecco, allora, che, afferma Mieli, un giorno ci si può sentire uomini omosessuali, e un altro ci si può sentire donne!

E tale mutevolezza è data dal fatto che (partendo da Freud) Mieli ricorda come l’essere umano nasca “perverso e polimorfo” e venga indotto, tramite l’educastrazione (suo neologismo che non ha bisogno di spiegazioni), a una monosessualità che lo rende mutilo.
Per ritornare alla pienezza erotica originaria bisogna lottare contro la Norma imposta dalla società eterosessuale e scoprirsi polisessuali, liberando i propri multiformi desideri erotici.

Va da sé che la lettura di Mieli è utilissima anche alle persone eterosessuali, specie a quelle che sono convinte di essere “immuni” dal provare desideri omosessuali. 
A tali persone, la lettura di Mieli, probabilmente, farebbe scoprire come sono vittime di un Sistema che le ha violentemente represse.

Infine, la lettura del saggio potrebbe essere utile anche ai moralisti e agli inibiti di ogni genere che pensano che vi sia un sol modo “giusto” di fare sesso. Costoro scoprirebbero che Mieli va oltre ogni loro più ardita immaginazione.


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