Far finta di essere sani


Avviso: la paternità di molti dei pensieri espressi di seguito è di Mario Mieli. Qui sono “abusati”.

Sono del tutto convinto del fatto che tutti gli esseri umani sono bisessuali e sessualmente fluidi. 
Molti maschi âgée negano che ciò sia vero e sostengono che o si è eterosessuali, oppure omosessuali. 
Chi si dichiara bisessuale starebbe attraversando una fase di “confusione”, oppure, più spesso, non avrebbe il “coraggio” di ammettere di essere omosessuale.
Posizioni “teoriche” frutto di un’educazione castrante (Mieli avrebbe parlato di ”educastrazione”).

Ritengo, ad ogni modo, innegabile il fatto che, ancora oggi, l’educastrazione agisca in modo da indurre i maschi verso l’eterosessualità.
In altre parole, si viene convinti ad agire da eterosessuali attuando varie tecniche di persuasione educativa.

Una di queste (forse la più coercitiva) è lo sradicamento del “femminile” dal maschile.
Tutto quanto ipoteticamente riguarda la sfera femminile, viene sminuito e deriso se riferito a un maschio.
Il maschio deve essere solo maschio e non deve in alcun modo accostarsi a ciò che è di pertinenza delle femmine.
Così facendo, però, è la femminilità stessa ad essere sminuita e di conseguenza le donne in genere.
Inutile stupirsi, quindi, se molti (forse quasi tutti) i maschi eterosessuali siano anche più o meno misogini.

Nonostante l’educastrazione, però, i desideri omosessuali permangono, anche se repressi, in tutti i maschi dichiaratamente eterosessuali.
Desideri che li terrorizzano, anche perché sono stati educati a ritenere che tali desideri li femminilizzi. Ossia, che l’omosessualità abbia a che fare con la sfera del femminile. 
Una sciocchezza vera e propria che, però, non sono in grado di riconoscere come tale e, quindi, terrorizzati dai loro desideri omosessuali e dalla possibilità remota di essere scambiati per omosessuali, non solo reprimono i loro desideri, ma tentano di reprimere anche quelli altrui, magari anche solo deridendoli pubblicamente.
Inoltre, proprio per allontanare da sé ogni sospetto, esibiscono in ogni occasione la loro attrazione per le donne.

Un’attrazione, per quanto fin qui detto, fortemente inquinata.
Ancora oggi (nonostante decenni di lotte femministe) la donna, per il comune maschio etero, è “solo” una donna. Ossia, non è pari a un uomo.
Esse assumono un qualche valore solo se madri (proprie o dei propri figli).

Nonostante, però, siano “solo” donne, per non essere scambiato per omosessuale, il maschio etero deve indirizzare ogni suo desiderio sessuale verso la vagina (da penetrare).
È l’atto della penetrazione che lo cataloga come maschio etero.
Prova ne sia il fatto che, in ambienti monosessuali in cui le donne sono assenti, come, ad esempio le carceri, chi penetra “fa il maschio” e chi viene penetrato “fa la femmina”. 

In altre parole, il maschio etero, per allontanare da sé le pulsioni omoerotiche e l’attrazione sessuale per la mascolinità (che ritiene “malate”), finge di essere “sano”, ovvero esclusivamente eterosessuale.
Finge di provare attrazione solo per la femminilità, ovvero per ciò che, nella quotidianità, sminuisce.

Che vita psichica complicata! Come sarebbe tutto più semplice se il maschio comune accettasse la bisessualità!

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