Se Vauro vuole l'AIDS...


Personalmente ritengo che si possa fare satira indirizzando la propria ironia e il proprio sarcasmo contro un essere umano pienamente in grado di ribattere alle accuse rivoltegli da chi fa satira, perché vivo e cosciente.

Di conseguenza, ritengo privo di senso e di opportunità il tentativo di satireggiare coloro che non possono spiegare i propri comportamenti, perché malati di mente, o incoscienti o morti.
In altre parole, la satira funziona se colui/colei che ne è oggetto può rispondere, magari in modo sarcastico…

Ciò detto, risulta chiaro come, per me, la tavola pubblicata oggi da Vauro non sia satira.
Vauro, infatti, non rivolge la sua ironia e il suo sarcasmo contro qualcuno in particolare.
Vauro fa una richiesta: vuole l’AIDS.
Ne è nostalgico, forse perché, pare di capire, se ne crede immune.

Vauro, dunque, invoca il ritorno dell’AIDS.
Una richiesta, la sua, difficilmente comprensibile ai più, ma facilmente esaudibile: l’AIDS non è un ricordo lontano. 
Anzi, è una sindrome presente che circola, a volte, incontrastata, proprio perché molte persone (e, probabilmente, Vauro stesso) fingono di credere che sia “roba di altri tempi” o “cose da phrocys”.

Bene, se Vauro vuole l’AIDS, lo si accontenti al più presto e gliela si inoculi.
Basta, però, che non pesi sul nostro già sfiancato sistema sanitario.

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P.S. Questo post è satirico...

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