Non binary e transgender non sono sinonimi
Negli ultimi tempi si sente parlare spesso di persone non binary (non binarie) e, a volte, si può avere la sensazione che chi usa l’espressione non binario lo faccia pensando che essa sia un sinonimo di transgender e che le due situazioni possano essere sovrapponibili.
In realtà, se si usano due espressioni differenti è perché le situazioni che esse descrivono sono differenti tra loro.
Ci si spiega meglio per punti.
Il binarismo
Come si legge nel Glossario in coda a Il libro delle Storia LGBTQ+ (edito da Gribaudo), il binarismo è la «Classificazione in due categorie distinte e opposte» e, «nel caso del genere, nelle due categorie maschio e femmina.».
Ne segue, quindi, che chi si attiene alla classificazione binaria, riconosce e accetta l’esistenza di due generi distinti e separati, quello, appunto, maschile e quello femminile.
Un tempo, tale classificazione portava anche all’accettazione incondizionata dei ruoli di genere.
Oggi, grazie al lavoro svolto soprattutto dalle femministe, l’equazione tra binarismo di genere e ruolo di genere vacilla e viaggia verso un definitivo superamento.
Transgender
Come si legge nel Glossario sopra citato, transgender è «chi si identifica in un genere diverso da quello attribuito alla nascita.».
Le persone transgender, quindi, riconoscono e accettano la divisione binaria dei generi tanto che, non identificandosi nel genere assegnato loro alla nascita, passano (trans) da un genere (gender) all'altro.
Chi è stato assegnato al genere femminile, allora, transiziona verso quello maschile (FtM) e, viceversa, chi alla nascita è stato assegnato al genere maschile transiziona verso quello femminile (MtF).
Non binario
Le persone non binarie percepiscono la propria identità di genere né come esclusivamente maschile, né come esclusivamente femminile, in quanto, con tutta evidenza, non riconoscono il binarismo di genere.
La persona non binaria, quindi, non sente la necessità di intraprendere un percorso di transizione per affermare un genere diverso da quello assegnatole alla nascita, proprio in quanto non ritiene valida la netta divisione tra le categorie del maschile e del femminile.
Le assume entrambe, senza che questo, peraltro, influisca sulla propria espressione di genere.
Ne segue che...
Chi, quindi, intraprende una transizione - che sia o meno un percorso medicalizzato - a rigor di logica, accettando il binarismo di genere, dovrebbe evitare di usare per sé la definizione di persona non binaria e adottare, invece, quella di persona transgender, perché, come si crede di aver dimostrato, non binario e transgender non sono sinonimi, in quanto descrivono situazioni differenti e, in qualche misura, contrastati tra loro.
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