Perché non andrò al Pride di Bologna


Ho appena cancellato la prenotazione che avevo fatto in un hotel di Bologna per la notte del 9 giugno: era mia intenzione, infatti, partecipare al Gay Pride Nazionale e, poi, dormire a Bologna e fare ritorno a casa il giorno dopo.
Da ieri, invece, ho deciso che non andrò a Bologna per il Gay Pride. Mi auguro, anzi, che la manifestazione venga annullata, ma, prima di ogni decisione da parte del comitato organizzatore, per quel che mi riguarda vale la mia decisione in merito. Niente Pride a Bologna. 
Ecco perché:
  • partecipare a un Gay Pride mentre poco distante migliaia di persone sono angosciate per la paura del terremoto mi farebbe sentire una persona superficiale e svagata. Insensibile. Cosa che ritengo di non essere;
  • partecipare a un Gay Pride assieme ad altre migliaia di persone e affollare e intasare quei posti di rifugio che, invece, possono essere destinati alla popolazione mi pare un atto di inciviltà notevole. Meglio lasciare campo libero a chi ha bisogno di una camera d’albergo o di spazi di manovra;
  • partecipare a una sfilata silenziosa (come alcuni hanno proposto di trasformare il Pride di Bologna) mi farebbe stare male: il Pride è gioia, è allegria, è rivendicazione festosa. Una sfilata silenziosa mi ricorda troppo i funerali e le processioni delle beghine. Cose lontanissime da un Pride;
  • partecipare a un Pride e sapere per certo che gli omofobi non mancheranno occasione di sollevare polemiche sul fatto che si è manifestato mentre le persone del luogo soffrivano per il terremoto mi farebbe incredibilmente sentire complice di tali persone inqualificabili (gli omofobi, intendo);
  • non partecipare al Pride di Bologna non mi impedirà di poter prendere parte a uno o a più d’uno degli altri Pride previsti in Italia. Anzi, fosse in mio potere, come detto, il Pride di Bologna sarebbe da annullare e sarebbe da promuovere Milano o Roma a Pride Nazionale.
In poche parole, non andrò a Bologna perché mi pare l’unica scelta sensata da fare.

Commenti

  1. Qualche osservazione su ciascuno dei punti:

    1) sarebbe insensibile svolgere il Pride solo se, come Giovanardi & Co., pensassimo che il Pride è un evento frivolo;

    2) non giochiamo alla Piccola Protezione Civile: esistono richieste di lasciare libere le camere d'albergo di Bologna per gli sfollati? Bologna è comunque facilmente e velocemente raggiungibile con il treno dalla Lombardia;

    3) pensare che le nuove modalità in cui si terrà il Pride non saranno di nostra soddisfazione, quando ancora gli organizzatori non hanno dato indicazioni precise, è decisamente precipitoso e non ha molto senso; manifestare poi solidarietà nei confronti delle popolazioni terremotate e rinunciare a una manifestazione perché farebbe troppo male non essere in mezzo alla musica, poi, è qualcosa che non riesco proprio a capire;

    4) l'idea di non fare il Pride perché gli omofobi non mancheranno di fare polemica contro le persone LGBT potrebbe valere per tutti i Pride (e infatti viene invocata da decenni da molti omosessuali): perché quando la si propone per gli altri Pride è una osservazione da rigettare e oggi invece diventa sensata?

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    1. Ti rispondo per quanto posso, fermo restando che non voglio convincere chi il Pride vuole farlo comunque a Bologna, perché o a Bologna o si muore!
      Allora, come detto nel post, invece di Bologna, sarebbe il caso di spostarlo altrove, perché è del tutto evidente che a Bologna darebbe dei problemi. Forse ti è sfuggito il fatto che ieri il traffico ferroviario per Bologna è stato bloccato o fortemente rallentato a causa del terremoto. Se succedesse una forte scossa il 9 giugno sarebbero davvero grossi problemi, data l'elevata affluenza che un Pride porta con sé.
      Gli omofobi che sparlano sul Pride tanto per dire non ci hanno mai fermato e mai lo faranno. Ho detto che in questa occasione avrebbero gioco facile sopratutto con me! Io mi sentirei complice e ciò non voglio.
      Il Pride non è un evento frivolo. Infatti ho scritto che è "gioia, è allegria è rivendicazione festosa". Diventa frivolo svolgerlo in una zona terremotata.
      Io non gioco alla Protezione civile, ma forse, di nuovo, ti sfugge il fatto che gli albergatori della zona stanno regalando le stanze ai terremotati.
      Se non capisci la differenza tra una Parata e una processione, non so che dire!

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    2. Se e quando arrivassero indicazioni serie che il Pride potrebbe arrecare problemi alle popolazioni colpite, credo che sarebbe ovvio annullarlo - anzi, la decisione sarebbe presa dalle pubbliche autorità.

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    3. Perché aspettare la decisione delle autorità, quando spostare il Pride da Bologna a Roma o Milano è questione di un attimo? Non è che se non si fa a Bologna il Pride perde di valore!

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    4. sullo spostare il Pride cito Sandro Mattioli: "e le spese fin qui sostenute? Scusate la prosaicità ma ho l'impressione che alcuni vivano nella luna. Avete una vaga idea di cosa comporta organizzare un pride a livello di costi e lavoro? Secondo me molto vaga."

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    5. Soprattutto dire agli altri di pagare dei prezzi... non ha prezzo :-)

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  2. Rispondo ad ogni punto per essere più chiara possibile:
    1) Se la vedi così allora non fare nulla, stai in casa ad angosciarti per quelle povere persone... secondo il tuo ragionamento ogni atto non triste e sofferto sarebbe un'offesa alle persone che stanno male.
    2) I punti in cui si affollerà la gente durante la manifestazione non sarebbero mai potuti essere utili come punti di accoglienza per gli sfollati. Strade e piazze aperte in centro storico non sono proprio l'ideale per questo genere di cose. Se poi mi vuoi parlare del capannone del Parco Nord in cui si terrà la festa alla sera, beh, ti ascolto, non sono abbastanza informata sulla qualità della struttura...
    3)Non si farà assolutamente una sfilata silenziosa, al massimo ci sarà un sentito minuto di silenzio, immagino.
    4)Se ci dovessimo preoccupare ogni volta di quello che potrebbero dire gli omofobi, allora faremmo prima a stare a casa a baciarci con i nostri compagni e le nostre compagne senza mettere piede nei luoghi pubblici.
    5)Contraddittorio, direi. Partecipare qualche chilometro più lontano dalle zone terremotate ti farebbe stare meglio? Non capisco.
    Per quanto riguarda il Pride nazionale fisso, beh, a mio parere quello itinerante è il migliore, ma se proprio dovesse esserci una "città del Pride", l'unica alternativa a Bologna (capitale del movimento LGBT) sarebbe Roma (certo, ci abboneremmo ad un'orticaria annuale per lo stress di dover discutere con il Vaticano, ma vabbé!). Mi viene male anche solo all'idea di un Pride milanese... ma questa, ovviamente, è una pura impressione personale.

    Non vedo come una manifestazione che rivendica i diritti di molte persone possa farti sentire una persona svagata e superficiale. Forse hai semplicemente sempre vissuto il Pride in una maniera tutta tua.
    Una manifestazione politica che ha una così grande importanza per così tante persone non c'entra nulla con il rispetto o meno delle sofferenze altrui. La sfilata è orgoglio, e in quanto tale festeggiamento, certamente. Ma è soprattutto rivendicazione e risposta alle offese subite... e in questo, non c'è proprio nulla di frivolo e allegro; nulla per cui una persona che al momento sta passando forse il peggior periodo della propria vita potrebbe sentirsi offeso o dimenticato.

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    1. Rimando alla risposta che ho già dato a Il Grande colibrì.
      Aggiungo che io non ho affatto detto di annullare il Pride in quanto tale, ma di annullarlo a Bologna. Non capisco questo accanimento, questa volontà suicida di volerlo fare a Bologna a tutti i costi! Riesce davvero così difficile capire che dimostrare di essere degli adulti annullando una manifestazione dai forti accenni festivi in un posto di terremotati viene a tutto vantaggio del movimento glbt?
      Come io ho vissuto i Pride poi leggerlo in questo blog: ti basta cliccare sul tag Gay Pride.
      Ti rendi conto vero che se dei mezzi di soccorso dovessero passare necessariamente tra le vie della Parata sarebbe impossibile? Hai mai visto un Pride? A volte ci si ferma solo perché uno dei carri non riesce a fare manovra, figurati cosa succederebbe se un carro malauguratamente dovesse ostacolare un'operazione di soccorso! I morti sulla coscienza te li porti tu? Io no di certo!
      Concordo che il Pride Nazionale andrebbe sempre fatto a Roma.

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    2. Ti faccio notare che se durante la Parata ci fosse una scossa si diffonderebbe il panico tra i manifestanti con quello che questo significa: gente calpestata da chi fugge e se ne sbatte di coloro che sono a terra... Ovviamente, date le persone in difficoltà o, peggio, ferite e morte, ci sarebbe bisogno dei mezzi di soccorso!

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  3. Perchè IO ANDRO' al pride di Bologna ... "il Pride è gioia, è allegria è rivendicazione festosa"... si una festa per sdrammatizzare un po' tutti gli avvenimenti brutti di quelle zone.. cercare anche per poco portare un po' di allegria e far dimenticare la paura di questi giorni ... "partecipare a un Pride e sapere per certo che gli omofobi non mancheranno occasione di sollevare polemiche sul fatto che si è manifestato mentre le persone del luogo soffrivano per il terremoto mi farebbe incredibilmente sentire" felice (se ci riesco) di aver dato un sorriso a quella gente ... Ovviamente è solo il mio pensiero ..

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    1. Buon divertimento! e mandami le foto dei terremotati che si divertiranno vedendoti sfilare!

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